MA È CONCEPIBILE IL SEQUESTRO GIUDIZIARIO DI UN CENTRALISSIMO ALBERGO PER OLTRE DIECI ANNI?
Con l’aiuto dell’avvocato Simone Labonia, approfondiamo la normativa in materia, a seguito di una notizia pubblicata dal nostro giornale.
Il sequestro di immobili è uno strumento giuridico che si inserisce in due principali ambiti del diritto: quello civile e quello penale. In entrambi i casi, il sequestro ha la funzione di “congelare” un bene per garantirne la disponibilità in vista di un successivo provvedimento definitivo, ma le modalità e le finalità variano sensibilmente.
In sede civile, il sequestro è una misura cautelare disciplinata dal Codice di procedura civile (artt. 670 e ss.). Si parla di sequestro giudiziario quando si vuole conservare un bene oggetto di controversia in attesa di una decisione definitiva, oppure di sequestro conservativo per tutelare il creditore dal rischio che il debitore disperda il proprio patrimonio. L’immobile può essere quindi affidato a un custode nominato dal giudice, che ne gestisce l’amministrazione fino alla definizione della causa.
In ambito penale, invece, il sequestro immobiliare rientra tra le misure cautelari reali previste dal Codice di procedura penale (artt. 253 e ss.). Il sequestro preventivo può essere disposto per impedire che l’immobile venga utilizzato per compiere reati o che rappresenti il profitto, il prodotto o il prezzo di un reato. C’è anche il sequestro probatorio, finalizzato a conservare il bene come prova all’interno del procedimento.
Se da un lato tali strumenti sono fondamentali per garantire l’efficacia della giustizia, dall’altro spesso si trasformano in un fattore di blocco economico. La lentezza della macchina giudiziaria italiana porta frequentemente a sequestri che si protraggono per anni, bloccando immobili di pregio, edifici commerciali e complessi industriali, talvolta senza arrivare a una confisca definitiva o a una condanna.
Le procedure di custodia, mantenimento e gestione degli immobili sequestrati risultano inoltre gravose. Molti beni finiscono per deperire o perdere valore nel tempo, diventando un peso sia per i proprietari che per il sistema pubblico. In sede civile, la durata dei procedimenti può rendere inefficaci anche le tutele previste dalla legge, mentre nel penale il protrarsi dei sequestri senza sentenza definitiva può ledere il diritto di proprietà.
Serve dunque un bilanciamento più efficace tra esigenze di giustizia e tutela dell’economia: accelerare i procedimenti, prevedere un monitoraggio periodico sui sequestri, garantire la gestione produttiva degli immobili durante il vincolo. Solo così sarà possibile salvaguardare da un lato l’interesse pubblico alla repressione dei reati e alla tutela dei diritti civili, dall’altro la necessaria dinamicità economica che il mercato immobiliare richiede.